Due volte sì, la campagna referendaria del comitato “Acqua bene comune” di Avellino
Pubblicato in data: 25/3/2011 alle ore:10:29 • Categoria: Attualità •“L’acqua è un bene comune dell’umanità“. L’acqua e la più importante risorsa del nostro pianeta deve essere sentita come un bene che appartiene a tutti gli abitanti della Terra. L’acqua è un diritto fondamentale e inalienabile che deve essere garantito a tutti. Non deve essere considerata un bene economico, assoggettato alle leggi e ai soprusi del mercato e da cui pochi possano trarre beneficio a detrimento della maggioranza.
Di parere opposto è il Governo e infatti nell’articolo 23 bis del decreto legge numero 112 del ministro G. Tremonti nel comma 1 si afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica. Ma senza acqua non c’è vita e se solo chi può pagare, ha diritto all’acqua, significa che gli altri non ne hanno diritto. L’acqua è e deve essere di tutti e non si può privare del diritto alla vita i poveri che non possono pagare la bolleta. Questo è successo a Zingonia (Brescia), dove i gestori privati dell’acqua l’hanno tagliata ai cittadini morosi che naturalmente erano i più poveri e fra questi c’erano anche migranti. Acqualatina, (Veolia, la più grande multinazionale dell’acqua) che gestisce l’acqua di Aprilia, ha deciso nel 2005 di aumentare le bollette del 300%! Oltre quattromila famiglie da quell’anno, si rifiutano di pagare le bollette ad Acqualatina, pagandole invece al Comune. Una lotta lunga e dura di resistenza quella degli cittadini di Aprilia contro Acqualatina!
E’ chiaro che se l’acqua viene assoggettata alle leggi del mercato, questo significa che il gestore ci deve guadagnare e quindi la bolleta diventa sempre più costosa.
E se il gestore deve guadagnare non può occuparsi della manutenzione delle reti (che è costosa) e spinge i consumatori a consumare di più, così lui guadagna di più. E’ invece l’acqua è un bene prezioso da usare con parsimonia, e la manutenzione delle reti è importante per evitare perdite. Con la gestione privata insomma, ne beneficiano solo i gestori a danno della popolazione. E questo è anche contrario all’articolo 3 della Costituzione che dice che: “E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese“.
Nel 2010 oltre un milione e quattrocentomila donne e uomini hanno sottoscritto i referendum per togliere la gestione del servizio idrico dal mercato e i profitti dall’acqua. Lo hanno fatto attraverso una straordinaria esperienza di partecipazione dal basso, senza sponsorizzazioni politiche e grandi finanziatori, nel quasi totale silenzio dei principali mass-media. Grazie a queste donne e questi uomini, nella prossima primavera l’intero popolo italiano sarà chiamato a pronunciarsi su una grande battaglia di civiltà: decidere se l’acqua debba essere un bene comune, un diritto umano universale e quindi gestita in forma pubblica e partecipativa o una merce da mettere a disposizione del mercato dei grandi capitali finanziari, anche stranieri. Quindi non andate al mare, ma andate a votare. Crediamo anche che il ricorso all’energia nucleare sia una una scelta sbagliata perché è una fonte rischiosa, costosa, non sicura e nei fatti alternativa al risparmio energetico e all’utilizzo delle fonti rinnovabili. Siamo convinti che una vittoria dei SI ai referendum della prossima primavera possa costituire una prima e fondamentale tappa, non solo per riconsegnare il bene comune acqua alla gestione partecipativa delle comunità locali, bensì per invertire la rotta e sconfiggere le politiche liberiste e le privatizzazioni dei beni comuni che negli ultimi trent’anni hanno prodotto solo l’impoverimento di larga parte delle popolazioni e dei territori e arricchito pochi gruppi finanziari con una drastica riduzione dei diritti conquistati, determinando la drammatica crisi economica, sociale, ecologica e di democrazia nella quale siamo tuttora immersi. Cambiare si può e possiamo farlo tutte e tutti assieme.Per questo chiamiamo tutte le donne e gli uomini di questo Paese a una grande manifestazione nazionale del popolo dell’acqua e dei movimenti per i beni comuni da tenersi a Roma sabato 26 marzo 2011.Una manifestazione aperta, allegra e plurale.Per lanciare la vittoria dei SI ai referendum per l’acqua bene comune. E per dire che un’altra Italia è possibile. Qui ed ora.Perché solo la partecipazione è libertà.Perché si scrive acqua e si legge democrazia.
COMITATO “ACQUA BENE COMUNE” AVELLINO
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