Giovedì si presenta la raccolta di poesie “Oltre la frontiera” di Giovanni Moschella
Pubblicato in data: 11/4/2011 alle ore:12:00 • Categoria: Cultura •Sarà presentato giovedì 14 aprile 2011 ore 17,00 la raccolta di poesie “Oltre la frontiera” dell’atripaldese Giovanni Moschella (foto) edita da Scuderi presso la libreria “Guida” (galleria La Magnolia) di corso Vittorio Emanuele n°101 di Avellino. Intervengono Maria Rosaria Di Rienzo poetessa-scrittrice e Paolo Saggese del Centro di Documentazione sulla poesia del Sud. Letture a cura di Susanna Puopolo con le note musicali di Verdiana Leone. Modererà Stefania Marotti giornalista del “Mattino” Si staglia dalla realtà alla fantasia, dalla denuncia alla speranza, il percorso poetico dell’artista campano Giovanni Moschella. Abbiamo detto artista nel presentare Moschella non soltanto perché in questa figura riconosciamo il poeta, lo scrittore e il pittore, ma anche perché Giovanni Moschella artista lo è nell’animo. E lo è due volte. Perché se da un lato la sua scrittura è tesa, pur senza dimenticare che la realtà va descritta per quello che è, a dare un’emozione carica di speranza al lettore, dall’altro lato egli stesso porta la speranza a chi dal proprio destino non è stato privilegiato, e vive in condizioni disperate. Ecco perché questo scrittore dall’animo sensibile ma non per questo privo di decisione, quando non si occupa di scrittura, si impegna attivamente “Anima e corpo” nell’ambito delle prestigiose associazioni a scopo umanitario cui appartiene. Giovanni Moschella è un” portatore” di emozioni. E quando queste non può portarle personalmente, le imprime sulla carta e le dona ai lettori. Lettori di ogni genere e sorta, perché siamo ancora convinti che la scrittura non possieda quei limiti e quelle delimitazioni che sembrano oggi avvalorare la realtà odierna. Il poeta, Giovanni Moschella, percorrendo il sentiero della realtà e della memoria, in stile semplice ed impeccabile, nella forma e nella terminologia, anela ad un misterioso silenzio e a una pace che diano serenità alla nostra esistenza, imprevedibile ed insidiosa, sebbene affascinante, come la notte che ci avvolge con la sua immensità. Nessuna enfasi poetica, nessuna interferenza idealizzante, nessuna retorica ma il tono rassicurante della confessione, il susseguirsi di immagini semplici, chiare, evidenti, come nella tavolozza di un pittore e un’attenzione rivolta ora all’osservazione della realtà, ora alla rievocazione di felici momenti del passato. La poesia non è cerebrale, nemmeno di ricerche meticolose, ma è uno stupendo intreccio di vibrazioni interiori; insomma un discorso poetico che ha un so di intimo, di discorsivo, di confidenziale che non scolla dalla resa lirica ma la ravviva e la tiene alta.
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