Anche la Sidigas Pallavolo Atripalda mobilitata per Abellinum il prossimo 16 giugno
Pubblicato in data: 7/6/2011 alle ore:11:55 • Categoria: Attualità •La Sidigas Atripalda, che si appresta a rappresentare con orgoglio l’Irpinia e la Campania nel panorama nazionale della serie A2, raccoglie l’appello lanciato del comitato “Pro Abellinum“. Lo fa manifestando pubblicamente sentimenti di indignazione e sconcerto in merito alla sentenza del Tar che sottrae alla collettività l’area archeologica dell’antica Avellino.
«È come se i suoli su cui insiste l’antica Pompei finissero in mano a privati cittadini», hanno dichiarato gli studiosi del caso che nelle ultime settimane sta suscitando notevole clamore. Attualmente risultano inaccessibili ai turisti i resti risalenti ad epoca romana di antiche ville, terme, mura di cinta e decumani situati sulla collina della Civita e chiusi a chiave dai “proprietari” individuati dal tribunale amministrativo.
Al di là del carattere giudiziario con cui evolverà la vicenda, la notizia non lascia indifferenti quanti ogni giorno s’impegnano per promuovere il territorio; il presidente Franco Capaldo (foto), la dirigenza e gli atleti, invitano tutti a partecipare al corteo in programma giovedì sera che attraversando il centro di Atripalda raggiungerà l’ingresso degli scavi archeologici; l’appuntamento promosso da autorità istituzionali, associazioni e cittadini è teso ad alimentare una campagna di sensibilizzazione per scongiurare uno “scippo” ai danni della collettività.
Questo uno stralcio del testo del manifesto elaborato dal comitato per l’occasione e sottoscritto dalla Sidigas:
“Se una sentenza di un organismo autorevole come il Tar decide che un bene di valore inestimabile per la cultura internazionale e per la collettività, possa essere rimesso nelle mani dei privati, senza alcuna tutela e salvaguardia del bene stesso siamo alla morte della cultura! L’appello è al Ministero dei Beni Culturali affinché gli scavi della Civita vengano immediatamente restituiti alla collettività ed alla cura della Sovrintendenza. Un bene che è parte della storia di ogni irpino e di chiunque abbia a cuore il patrimonio culturale italiano“.
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