Scippo Abellinum, mobilitazione del Pd. Matteo Orfini: «Atripalda come Pompei, vicenda assurda. Incalzerò il ministro Galan», Enzo De Luca: «Cultura mortificata», Alberta De Simone: «La Civita diventi bene indisponibile». Guarda le Foto
Pubblicato in data: 21/6/2011 alle ore:01:59 • Categoria: Partito Democratico, Politica •«Questa di Atripalda, come Pompei, è una vicenda assurda nella quale si stenta a crederci». A parlare è Matteo Orfini, Responsabile Nazionale Cultura del Partito Democratico e archeologo, che con il senatore Enzo De Luca, ieri sera ad Atripalda, contro lo scippo della Civita, si è confrontato in un’assemblea pubblica promossa dal partito e dai Giovani Democratici di Atripalda. Un’occasione di confronto che ha visto tanti amministratori e dirigenti del Pd irpino e locale. In prima fila il presidente provinciale del Pd Carmine De Blasio, il vice segretario Francesco Todisco, Lello De Stefano, il consigliere provinciale dell’Udc Salvatore Biazzo e altri ancora. Orfini assicura che da parte della dirigenza nazionale del Pd ci sarà il massimo impegno e mobilitazione per incalzare il ministro della Cultura Galan sulla vicenda. Invita a presentare un esposto al Consiglio Superiore dei Beni Archeologici e promette: «se stiamo in questa situazione, qualcuno ha sbagliato, sono stati commessi errori da parte del Ministero e da parte della Soprintendenza. Le responsabilità e le colpe non saranno condonate».
«La Soprintendenza è un organismo di emanazione del Governo che è in forte ritardo sulla cultura che non viene vista come un’opportunità – attacca invece il senatore Enzo De Luca che sulla vicenda ha presentato anche un’interrogazione parlamentare -. Una condizione tragica che richiede perciò una condizione di cambiamento e una mobilitazione di ognuno nell’ambito delle proprie responsabilità. Come Pd stiamo ponendo in essere un’azione che porti ad un cambio della mentalità che veda la cultura e la storia di un paese come occasione di sviluppo di un territorio».
L’onorevole Alberta De Simone invece propone di inserire la Civita, con una proposta di legge, nell’elenco dei beni indisponibili. «E’ un autentico scandalo quello accaduto – ha spiegato l’ex presidente della Provincia – Ognuno di noi senza il proprio passato non esiste. Nella Civita ci sono reperti straordinari che solo l’avarizia dei fondi ha impedito di riportarli alla luce. Sin da giovane nel partito ho sempre lottato a difesa di Atripalda dalla speculazione edilizia. Nel post terremoto abbiamo scongiurato che le ruspe abbattessero la Dogana Dei Grani, prendendo anche una denuncia per aver bloccato i lavori, ma salvando un pezzo della nostra storia che è ancora lì. Così come ho impedito che fossero realizzate delle villette nella pineta di San Gregorio. Perciò su Abellinum bisogna fare di tutto, anche follie con una battaglia trasversale. In Provincia, con Salvatore Biazzo, abbimo presentato un odg approvato all’unanimità che impegna l’Ente provinciale. Il comune di Atripalda, come la Proivncia potrebbero denunciare i privati per danni incalcolabili».
Per il professore Francesco Barra lo scippo della Civita «rappresenta una vicenda grottesca subita da Atripalda e dalla Provincia. Qui è in ballo lo stato di diritto e di una tutela giuridica che faccia l’interesse pubblico e non quello privato. Una spia di una condizione di degrado. Perciò ho avvertito l’esigenza di fare un appello e scrivere una lettera aperta al Procuratore Capo della Repubblica visto che la Civita rappresenta un patrimonio e una delle aree archeologiche meglio conservate nel Mezzogiorno esolo in aprte scavata se si pensa anche alla tomba a camera».
Il sindaco Aldo Laurenzano ritorna sul litigio avuto con i funzionari della Soprintendenza: «Mi sono permesso di dire alla Soprintendenza di aver saputo che i reperti sono stati rimossi dalla Civita e come sindaco ho il diritto di sapere dove va la nostra storia, ma sono stato invece aggredito. La risposta che mi è stata data è che sono beni dello Stato e che non devo sapere». Per il primo cittadino, che ha presentato una denuncia alla Procura e alla Corte dei Conti, quello che doveva rappresentare il volano dello sviluppo della città, il parco archeologico, sta diventando una zavorra: «un vincolo così ampio posto su 22 ettari ha bloccato nei fatti lo sviluppo del territorio».
Per l’assessore alla Cultura Nancy Palladino è una vicenda che ha scosso le coscienze «dobbiamo muoverci in sinergia e stare con il fiato sul collo della Soprintendenza dalla quale ci aspettiamo delle risposte. Qui stiamo a difendere la nostra storia. Perciò la mobilitazione e la marcia silenziosa di giovedì scorso, come ha fatto bene AtripaldaNews a titolare».
Il capogruppo del Pd Antonio Tomasetti invece lancia un appello alla Soprintendenza invitando a collocare nella Dogana Dei Grani i reperti rimossi dalla Civita in modo da farne un museo. Ad introdurre i lavori Luana Evangelista per la quale: «è arrivato il momento di mettere un punto fermo rispetto ad una vicenda che va avanti da troppi anni mortificando la tradizione storica e la cultura nel nostro comune Perciò è giusto attivare una mobilitazione». Il presidente della Pro Loco, Fernando Cucciniello, si dichiara pronto a scrivere al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con allegato dossier.
Per il segretario cittadino, Federico Alvino, invece è il momento di fare chiarezza «su chi ha ritenuto congruo un prezzo erogato alla famiglia Dello Iacono di oltre 16milioni di euro come indennità di esproprio e interessi per i terreni». Valentina Paris infine «è un dovere tenere alta l’attenzione e come Pd faremo questo. Un campanile da solo non può farcela. Quelle pietre per noi rappresentano un riferimento storico molto forte».
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