Antica Abellinum, salta questa mattina la riconsegna alla Soprintendenza del sito archeologico. Guarda le Foto
Pubblicato in data: 3/10/2011 alle ore:14:21 • Categoria: Attualità, Cultura •L’Antica Abellinum di Atripalda va in malora e la Soprintendenza chiede l’intervento dell’Autorità giudiziaria. Resta ancora chiuso il parco archeologico di via Manfredi con il patrimonio storico a rischio intemperie. Un braccio di ferro tra Soprintendenza e famiglia dello Iacono che prosegue da decenni e che stenta a concludersi: questa mattina era prevista l’esecuzione dell’ordinanza di riconsegna temporanea del parco archeologico per 60 giorni alla Soprintendenza, in modo da consentire dei lavori urgenti di messa in sicurezza, ma la famiglia Dello Iacono non si è presentata all’appuntamento.
Alle ore dieci presso l’ingresso di via Manfredi c’era la Soprintendenza con i dirigenti Riccardo Capuano e Maria Fariello, operai e custodi con il direttore dei lavori Matteo Sessa, il sindaco Aldo Laurenzano, l’ex assessore Nancy Palladino, la segretaria generale del Comune Clara Curto, Carabinieri e Vigili Urbani. Si è atteso per oltre un’ora l’arrivo dei proprietari Dello Iacono. Ma alla fine i cancelli sono rimasti chiusi da lucchetti con gli scavi esposti ancora a deterioramento.
Il direttore amministrativo della Sovrintendenza ai beni archeologici di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno, dottor Riccardo Capuano, ha informato così l’autorità giudiziaria del mancato accesso all’area archeologica. La magistratura a breve dovrebbe emettere un’ordinanza di sequestro cautelativo da eseguire attraverso i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale. «Abbiamo l’interesse alla tutela del monumento – afferma il dottor Riccardo Capuano – perché così com’è il parco archeologico è esposto alle intemperie: da più di tre mesi è senza manutenzione, con un danno gravissimo al patrimonio dello Stato. E di questo informerò l’autorità giudiziaria dalla quale ci aspettiamo un provvedimento cautelativo che consenta di poter svolgere lavori urgenti di manutenzione per proteggere gli affreschi delle pareti della domus romana».
Un patrimonio che sta rischiando di andare in malore a causa dello stato di forte abbandono in cui versa, tra erbacce e con gli affreschi della domus rimasti esposti al sole e alla pioggia. Senza che nessuno possa entrare a porre rimedio. A lanciare l’allarme è il direttore dei lavori della Soprintendenza, architetto Matteo Sessa: «Bisogna completare la nuova copertura sulla domus per preservare gli affreschi e le strutture murarie. Mancavo poco ma la sentenza del Tar con la riconsegna dell’area alla famiglia Dello Iacono ha impedito il completamento dell’intervento. Una copertura più alta, in sostituzione della precedente, che consente una maggiore aerazione visto lo scambio termico abbastanza serio che c’è qui. I sigilli al parco hanno impedito al personale, circa una decina impiegato nel parco, di poter effettuare quella manutenzione giornaliera necessaria per conservare nel tempo l’area archeologica. Perciò dobbiamo intervenire subito per scongiurare un danno al patrimonio».
Superate anche le incomprensioni tra sindaco ed ente di tutela. Proprio il primo cittadino aveva nel mese scorso diffidato la Soprintendenza ad essere informato sui reperti. «Al sindaco preme molto che i materiali ed i reperti restino ad Atripalda – afferma la dottoressa Maria Fariello -. Non c’è motivo di trasferirli. Per il nuovo procedimento di esproprio ci vorranno almeno tre o quattro mesi». Incomprensioni superate anche per il primo cittadino: «Il sequestro dell’area rappresenta un ulteriore passo verso la restituzione dell’area archeologica alla cittadinanza – afferma Aldo Laurenzano -. Prendo atto che le mie sollecitazioni verso la Soprintendenza hanno avuto un effetto positivo e mi auguro che la procedura di esproprio avviata possa concludersi con un successo».
Ad accompagnare il sindaco Laurenzano l’ex assessore al Parco Archeologico Nancy Palladino: «Una vicenda che ho molto a cuore e che voglio seguire fino alla fine indipendentemente dalle vicende politiche. Aspettiamo qualche altro giorno sperando che si risolva tutto al più presto visto che i reperti sono a serio rischio deterioramento».
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