Falò di San Sabino, tradizione salva in città: il sindaco Spagnuolo accende il focarone in piazza Umberto. Guarda le Foto e lo Speciale Video
Pubblicato in data: 8/2/2013 alle ore:23:50 • Categoria: Attualità, Cultura, Video interviste •Falò di San Sabino, tradizione salva in città. Le tensioni e le polemiche della vigilia su possibili denunce legate all’abbruciamento di legna non trattata o vergine nell’allestimento dei focaroni in onore del Santo Patrono sono di colpo svanite. L’accensione questa sera del grande falò in piazza Umberto (foto) allestito dal Comune ha portato così d’incanto via le proteste e le delusioni dei fedeli circa le restrittive disposizioni emesse dall’Arpac.
Ad accendere il falò il sindaco Paolo Spagnuolo con il presidente del comitato festa Giovanni D’Agostino dopo la benedizione del parroco don Enzo De Stefano.
«Tradizione salva alla fine – commenta soddisfatto il primo cittadino – All’inizio c’erano state numerose richieste di autorizzazioni, poi negli ultimi giorni le prescrizioni dell’Arpac hanno spinto alcuni a rinunciare. Alla fine è prevalso però il buon senso e la tradizione secolare può continuare».
Delle ottanta autorizzazioni sindacali richieste nei giorni scorsi alla fine solo una decina sono stati i falò accesi nei vari quartieri della città e controllati da Arpac e Carabinieri. Il calore del fuoco ha riscaldato così in una fredda notte di febbraio gli animi non solo in piazza ma anche in via Appia, in piazza Vittorio Veneto (foto), piazza Garibaldi e Contrada Santissimo.
Le iniziali ottanta richieste avevano non poco allertato la locale Stazione dei Carabinieri, la Prefettura e l’Arpac provinciale. La paura era che i cittadini non rispettassero a pieno le prescrizioni emesse dall’Arpac circa l’utilizzo esclusivo di legna vergine da ardere non trattata (certificata da documentazione), ma procedessero a bruciare scarti e rifiuti dei lavori dei campi e delle potature ed anche mobili e altro materiale altamente inquinante. Ma alla fine tutto è filato liscio senza nessun problema.
Le limitazioni non hanno così spento la tradizione e la passione degli atripaldesi che li lega nella notte di vigilia alla festa per il Santo Patrono Sabino che proseguirà questa mattina, alle ore 10, presso la chiesa madre di S.Ippolisto Martire, con la Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da S.E.Mons. Francesco Marino, vescovo di Avellino. Nel pomeriggio, alle ore 17, Solenne processione per le vie della città con le statue del Santo Patrono Sabino e di San Romolo. Sempre in serata infine, alle ore 18, nella chiesa di S.Ippolisto Martire, Don Enzo De Stefano, distribuirà ai tantissimi fedeli la Santa Manna, altra antichissima tradizione della città. Il parroco, infatti benedice segnando la fronte dei fedeli con la Santa Manna, un liquido con poteri miracolosi che si dice, sia il sudore delle ossa di San Sabino.
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Finalmente qualcuno ha messo delle regole a questa tradizione e le ha anche fatte rispettare. Non capisco perchè non ci si può limitare ad un falò in piazza Umberto e basta senza dare la possibilità ai cittadini di “accendere il proprio” con conseguente aumento sia dell’inquinamento (disfarsi di residui arborei, vecchi mobili e quanto altro era diventata una consuetudine) sia delle spese, in quanto tutti i falò vanno vigilati per verificare il rispetto delle norme imposte. Già questo anno qualcosa è cambiato, speriamo in una stretta per l’anno prossimo. Civiltà, stiamo arrivando…
parlando del focarone io penso che salvatore non è di atripalda e chi metteva i mobili sul focarone non e’ di atripalda, ben vengano le regole niente pedane bene niente fascine da potatura bene niente residui agricoli bene legno vergine bene……poi l’amministrazione comunale si doveva assumere le responsabilità che per secoli si sono assunte le amministrazioni da 50 anni nel mio quartiere si faceva il focarone.
Il focarone era un momento di aggregazione davanti al fuoco aspettando che le patate cuocessero si faceva amicizia, i ragazzini giocavano a cecà…..una famiglia portava le salcicce una famiglia il vino una famiglia il dolce…..questo era lo spirito del focarone.
Oggi i comuni spendono tanti soldi per creare momenti di aggregazione il nostro era secolare ed è finito grazie a tutti……….
Si può correre incontro a qualsiasi civiltà, ma senza il bagaglio della propria tradizione si è sempre arrivati poco lontani. Tradizione è sinonimo di cultura e cultura è sinonimo di IDENTITA’.
La questione del’inquinamento poi….lasciamo stare.