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“Spagnuolo e i De Mita: il divorzio è servito”, la nota di Raffaele La Sala (Piazza Grande)

Pubblicato in data: 19/2/2013 alle ore:18:00 • Categoria: Lista "Piazza Grande", Politica

raffaele-la-salaDiciamo la verità la notizia non è affatto nuova, eppure l’ epilogo provvisorio della fluttuante gelatina che è il paolopensiero, pure nel pantano del udiccentrismo post demitiano…, fa un certo effetto. Niente di serio, naturalmente, nel senso che i posizionamenti paolini, più che folgorazioni sulla via di Damasco, si appalesano come il frutto acerbo di mediocri e tumultuanti convenienze che raccontano il modesto personaggio meglio di ogni altra cosa. Insomma il nostro avrà fatto i suoi conti e -stretto tra Petracca e Peppino, e le ripetute sfuriate di Ciriaco- ha deciso di incamminarsi verso più luminosi destini. Al netto di motivazioni eventualmente disadorne, tuttavia, la scelta -ammesso che sia confermata e sia definitiva (anche alla luce di una non improbabile debacle elettorale)- non sarà priva di effetti. Intanto, per esempio, considero del tutto irrilevante il fatto che al senato montiani ed udiccini si presentino in una sola lista o che finiani, casiniani e montiani progettino, forse…, di confluire in un solo partito… popolare. Va senza dire, infatti, che lo scontro alla Camera, forse il più vistoso per le storie politiche in campo (per quanto malinconicamente in declino) e per il dispiego di ingenti risorse, procurerà lacerazioni e perdite, che non potranno non tradursi in un voto disgiunto per i due rami del Parlamento. Rimane la constatazione amara che Monti, consapevolmente od inconsapevolmente, si è fatto leader di meschini conflitti e di logori personaggi, in uno scenario politico che non autorizza nessuna speranza (come dimostra in vitro la situazione irpina). Mentre l’attenzione si concentra dalle nostre parti sulla non remota possibilità che a Peppino sia negato lo scranno parlamentare (e più ancora sulle modalità attraverso le quali quote di potere potranno trasferirsi nelle mani dell’imprenditore neocentrista, già manciniano ed ora montiano) sia consentita qualche marginale riflessione anche su Atripalda.
E’ presumibile che per una decina di giorni non succederà nulla, e che lo scontro e la resa dei conti siano rinviati ai riassetti post elettorali. Ma è innegabile che si va delineando un’area spagnuolesca, confusa e mobile, per quanto non priva di una qualche consistenza.
Spagnuolo & friends (pochi) dovranno rapidamente rifare i conti: il sindaco potrebbe contare su Prezioso e forse sui consiglieri Scioscia e Moschella ; dall’altra parte il gruppo consiliare udc al completo (che su numerose questioni avrebbero già avuto larga prova della inaffidabilità dei ripensamenti paolini) al quale potrebbe aggiungersi forse Musto.( Ma anche nel gruppo udiccino non mancherebbero i distinguo: Landi, per esempio, che, dopo qualche indecisione, ha formalmente rinnovato l’obbedienza demitiana). In ogni caso tra qualche ora dovrebbe essere tutto più chiaro.
In conclusione con un’alleanza (anche onerosa) con la pattuglia piedìna (Tuccia, Aquino e la new entry Parziale) alla quale potrebbe aggiungersi, per superiori ragioni ‘politiche’, anche Pacia, Spagnuolo potrebbe provare a resistere. Intanto per giovedì è convocata una seduta di consiglio comunale di routine, nella quale si discuteranno (se si discuteranno) questioni marginali e piccole e grandi faccende di bottega. Rimangono, invece, aperte le questioni centrali della vita dell’ente (a partire dalla inconclusa ed ancora rinviata ‘svendita’ del Centro Servizi), costretto a fronteggiare una paurosa crisi di liquidità che, tra palleggi di responsabilità amministrative ed opache trasparenze, potrebbe mettere in discussione persino gli stipendi di marzo.
Un guazzabuglio senza precedenti (e sì che la storia amministrativa degli ultimi 50 anni non ne ha fatti mancare…), mentre la città vive la penosa deriva della marginalità sociale, del disagio che si manifesta attraverso inquietanti episodi di cronaca, della povertà economica, dei quotidiani compromessi elevati a ‘sistema’.
Faccio appello alla responsabilità di tutti quelli che amano disinteressatamente questa nostra martoriata Città, perché la condanna e lo sdegno si organizzino in una seria e rigorosa proposta politica, per invertire la rotta, per fermare il declino.
Aggiornamento:
Viene reso noto il documento con il quale, nel pomeriggio di ieri, il gruppo consiliare udiccino ha confermato “pieno sostegno all’UDC ed ai suoi candidati”, manifestando sconcerto per la “scelta improvvisamente assunta dal sindaco per motivi tuttora oscuri” di passare ad altra formazione politica. Un documentuccio sostanzialmente ipocrita, ma che mette fine agli equivoci ed alle reticenze delle ultime settimane. La nota diffusa da Spagnuolo aveva, invece, parlato dell’Udc come di “un’esperienza conclusa”. Parole che sarebbero ispirate ed addirittura profetiche, se riferite anche alla sua personale (breve e deludente) esperienza di sindaco. A breve sapremo sicuramente anche per chi suona… Ciaramella.

Raffaele La Sala
capogruppo consiliare “Piazza Grande”

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2 risposte a ““Spagnuolo e i De Mita: il divorzio è servito”, la nota di Raffaele La Sala (Piazza Grande)”

  1. sabino ha detto:

    PROF. CI MANCAVI SOLO TU SOLO QUESTO SAI FARE E LO HAI SEMPRE FATTO, SPECULARE SOLO SULLE COSE ALTRUI. LA POLITICA E’ PER LORO MA ANCHE PER TE UN’ALTRA COSA PERCIO’ NON SEI ANDATO LONTANO, PURE TU

  2. sperduti ha detto:

    PER CHI SUONA CIARAMELLA?! Professore sei troppo forte. I tuoi pezzi sono meglio di ZELIG. Ma mi chiedo: HA MAI SUONATO CIARAMELLA?!

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