Piccoli comuni, la nota dell’onorevole Valentina Paris (Pd)
Pubblicato in data: 10/7/2013 alle ore:14:00 • Categoria: Partito Democratico, Politica •“Il nostro Paese è amministrato, per oltre il 54% del suo territorio, da piccoli comuni, realtà sotto i 5.000 abitanti, dove vivono oltre 10 milioni di cittadini, pari al 17,3 % della popolazione stanziata nel territorio italiano. Da Roccaforte del Greco all’Irpinia, dal Nord Italia alle Isole, in un coro unanime si avverte la necessità di una riflessione seria, tesa a rilanciare la crescita dell’Italia. Per pensare a uno sviluppo del nostro Paese occorre puntare sulla difesa e sulla valorizzazione di questi territori che, accanto a debolezze strutturali, presentano evidenti punti di forza nello straordinario patrimonio di beni culturali e ambientali, di tradizioni e saperi che custodiscono”. E’ quanto affermano in una nota congiunta Antonino Castorina (Responsabile nazionale Legalità ed Enti locali Giovani Democratici) e Valentina Paris (deputata irpina del Partito Democratico).
“È quindi conseguenziale che il governo ragioni su misure che possano facilitare e incentivare percorsi di crescita e sviluppo per queste realtà, puntando su un nuovo protagonismo dei territori. La legge di stabilità estesa anche ai piccoli comuni ha nei fatti paralizzato tutta la spesa possibile anche a chi ha un saldo di bilancio in attivo.
A questo – prosegue la nota – si aggiunge il blocco dei residui passivi che non consentirà di pagare le imprese che hanno già svolto un lavoro, così come il blocco del personale impedirà di assumere, laddove vi fossero i fondi per farlo. I piccoli comuni hanno sempre e maggiormente bisogno di sentire lo Stato e la politica al fianco delle loro esigenze.
Ripartire dai territori vuole dire ragionare su innovazione e servizi per rafforzare il ruolo dei piccoli comuni a vantaggio del Paese; vuole dire investire sul paesaggio e sulla cultura che insiste in queste realtà: la cultura porta lavoro, crescita e diventa attrattiva. Significa riconoscere incentivi e sgravi contributivi e fiscali per le realtà commerciali presenti in questi borghi: la chiusura di un bar, di una pizzeria, di una farmacia in un piccolo comune può voler dire la morte del comune stesso. Comporta potenziare l’offerta abitativa evitando l’abbandono e l’isolamento di queste piccole cittadine. Implica pensare ad un piano turistico per le piccole realtà inteso con interventi di recupero e riqualificazione dei centri abitati e dei borghi e realizzare una rete di strutture ricettive per un turismo locale, caratteristico del territorio e di qualità. Ripartire dalle piccole realtà vuole dire anche pensare a premialità per i comuni virtuosi. Tutto ciò nella consapevolezza dell’importanza e del ruolo dei piccoli comuni e dei loro territori nel quadro dell’Unione Europea.
I piccoli comuni sono un elemento imprescindibile nella costruzione europea, perché contribuiscono ad avvicinare l’Europa ai cittadini e a costruire dal basso l’Europa dei popoli.
Rispetto a queste realtà dobbiamo pensare ad un’Europa che non guardi solo ai grandi centri ma anche ai piccoli borghi. L’Unione Europea offre importanti opportunità di finanziamento per gli enti locali, i quali non sempre riescono ad attingervi. Occorre supportare i piccoli comuni con servizi professionali mirati alla predisposizione di progetti europei, all’ottenimento di finanziamenti e alla successiva gestione. Viceversa si registrano dati scoraggianti sulla non spesa dei fondi europei da parte della Calabria, Sicilia e Campania, dove, a un anno dalla chiusura della programmazione, l’80% dei fondi arrivati da Bruxelles non sono stati spesi. Anche nel resto d’Europa il dato di spesa delle risorse europee si attesta sull’80%.
Dunque la proposta è quella di rendere i territori ancora più visibili, solidali e competitivi, valorizzando le identità locali, le culture e le tradizioni. Dietro questa nostra idea di Italia, c’è una scommessa sui nostri talenti, sulle nostre origini e c’è la voglia di mettere la faccia in questa sfida di civiltà”.
Signora Paris nei piccoli comuni in passato sono stati buttati soldi e soldi, per opere pubbliche che adesso sono abbandonate e fatiscenti grazie agli amministratori faciloni di questi piccoli comuni
Consequenziale, metterci la faccia, ripartire. Un lessico limitato e una noia mortale
onorevole a 14.000 euro al mese ci dica:
ma l’isochimica?
ma i lavoratori FMA?
ma i lavoratori IRISbus?
ma il punto lavoro di Atripalda?
ma la pineta sessa?
ma……