Calcio d’inizio per l’VIII edizione del memorial “Simone Casillo”. Successo per il convegno ”Linfoma di Hodgkin, perché donare“. Fotoservizio
Pubblicato in data: 29/5/2014 alle ore:00:18 • Categoria: Attualità •“Simone è qui presente con noi con il suo sorriso” – con queste parole il giornalista professionista Vincenzo Di Micco ha dato il là all’inizio del VIII memorial dedicato a Simone Casillo, giovane atripaldese prematuramente scomparso. La novità di questa edizione è stata proprio quella di aprire con un convegno dal titolo ”Linfoma di Hodgkin, perché donare“. Il dibattito ha visto gli interventi del professor Antonello Pinto del reparto di Oncoematologia del Pascale di Napoli ed infine del dottor Adolfo Mazzeo, dirigente medico di immunoematologia e presidente della Frates Atripalda. In un aula consiliare gremita il sindaco Paolo Spagnuolo ha ringraziato tutti per la presenza e la partecipazione: “Sono emozionato, ringrazio la famiglia Casillo e in particolare Mafalda che è l’anima di questo memorial che ogni anno si rinnova. Ho sempre apprrezzato questa famiglia perchè quando si è coinvolti in queste tragedie ci sono due modi di reagire, o di chiudersi in se stessi o come ha fatto e fa la famiglia Casillo che cerca attrverso questi incontri di rendere note le cause e approfondire la malattia, e poi apprezzo la sua grande dignità”. Infatti quest’anno la famiglia Casillo ha voluto fortemente che il memorial non rappresentasse solo l’occasione per ricordare Simone ma anche per approfondire l’importanza del tema delle donazioni di sangue. “Si va donare il sangue per aiutare le persone ma a volte si ha paura – sostiene il dottor Adolfo Mazzeo – noi per fargli superare questa gli facciamo vedere come fanno gli altri. La donazione di sangue è un farmaco che nessun altro puo’ fornire e che non si trova da nessuna parte. Sotto questo punto di vista ci troviamo sempre in emergenza, c’è sempre la necessità di sangue e se capiamo che donare 2 3 volte l’anno è importante questa emergenza prima o poi finirà”. Rinacara la dose la testimonianza di Mafalda Casillo, sorella di Simone: “Donare il sangue fa bene soprattutto a chi dona, ogni volta che lo faccio e mi alzo da quella sedia mi sento bene perché so che ho fatto bene per quelle persone che ne hanno bisogno: mamme, papà e figli che vanno in ospedale. Donare è fondamentale e noi atripaldesi abbiamo la fortuna di avere un grande cuore e donare il sangue è fondamendale e per farlo non bisogna essere grandi uomini”. A spiegare nel dettaglio questo particolare linfoma è il professor Pinto: “Oggi sono stati fatti moltissimi progressi, Simone aveva il linfoma di Hodgkin che nell’80% dei casi, soprattutto negli stadi iniziali ha la possibilità di guarigione ma esiste ancora purtroppo uno zoccolo duro rappresentato dal 20 per cento dei pazienti che non rispondono, risultano refrattari che possono essere recuperati mediante trapianti di midolloe di cellule staminali”. A prendere parte in aula al convegno i due ex sindaci Carmela Rega e Aldo Laurenzano, il presidente della Proloco atripaldese Lello Labate, Alberta De Simone, diversi consiglieri comunali e autorità civili e militari. Al termine del convegno c’è stata poi alle 19 e 30 la Santa Messa presso il Centro polifunzionale di contrada Santissimo intitolato a Simone Casillo e celebrata dal parroco della chiesa del Carmine Don Ranieri Picone il quale ha ricordato tanti giovani atripaldesi prematuramente scomparsi. Al termine della celebrazione eucaristica, dopo le raccomandazioni del caso da parte di Don Ranieri, ha preso il via il torneo vero e proprio con il calcio d’inizio affidata a Mafalda Casillo e ai bambini della scuola calcio atripaldese che sono il futuro della società. Durante la finale del torneo, inoltre, sarà possibile donare il sangue attraverso la struttura ed i medici messi a disposizione dell’associazione “Frates” di Atripalda.
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