“Elì, Elì lemà Sabachtani?”, domani sera la messa in scena della sacra rappresentazione della Via Crucis: un atto di fede dal 1860 come voto per grazia ricevuta
Pubblicato in data: 24/3/2016 alle ore:16:30 • Categoria: Cultura •“Elì, Elì lemà Sabachtani?”, domani sera la messa in scena della sacra rappresentazione della Via Crucis ad Atripalda giunta quest’anno alla sua XX° edizione e che vanta una tradizione ultra secolare sin dal 1860. Venti anni di una storia che ha origini profondissime. In principio vi era l’Incappucciato, che su Rampa San Pasquale metteva in scena le tre cadute, tra la commozione della folla di fedeli. E’ nel 1860 che il “Pescatore” Achille Giovino a seguito di un voto per una grazia ricevuta tornò dall’America per vestire i panni dell’Incappucciato, dando così vita ad un’usanza di famiglia, un atto di fede che si tramanda da oltre centocinquanta anni, con il ruolo del protagonista, quello di Gesù, interpretato sempre dagli uomini della stessa famiglia, tramandato di padre in figlio, come devozione a Dio.
Dopo il disastroso terremoto dell’80 vi è stata una lunga pausa che è durata fino al 1997 anno in cui la Pro Loco Atripaldese ha ridato vita alla Via Crucis arricchita dalla trasposizione teatrale del testo “Quid est Veritas?”, l’interrogativo inquieto di Ponzio Pilato di fronte al mistero di Cristo, scritto dal giudice di Lapio Matteo Claudio Zarrella e all’interpretazione degli attori della Compagnia avellinese del “Clan H”. Le scenografie, le suggestive location storiche, tra cui negli anni Piazza Tempo Maggiore, Abellinum, la basilica paleocristiana e i costumi d’epoca hanno fatto da cornice al racconto di uno dei momenti più significativi della storia cristiana: “La Passione e la Morte di Cristo”.
Una rappresentazione che ha visto negli anni la partecipazione di centinaia di cittadini atripaldesi, che con devozione hanno preso parte come figuranti al calvario che Gesù subì migliaia di anni fa.
E proprio alla storia della Via Crucis nella cittadina del Sabato si intreccia la fede e la passione della famiglia Giovino, che ha reso possibile la continuità di una così bella tradizione. Prima il bisnonno Achille, poi il nonno Pellegrino, a seguire Enrico che per anni ha interpretato il ruolo di Gesù fino al 2012, anno in cui ha passato il testimone al figlio Pellegrino.
Gli altri partecipanti della rappresentazione sono il Cireneo (Enrico Giovino), la Madonna (Rosa Giovino), Pilato (Salvatore Mazza), Barabba (Fortunato Trezza), i Centurioni (Ferruccio Solimene, Mauro Esposito, Gerardo Esposito), Erode (Felice Cataldo), i Ladroni (Sabino Alvino, e Nunzio Marrone), i Sommi Sacerdoti (Luciano Picone, Modestino Minichiello, Carmine Picarello), Maddalena (Santa Capriolo), Procula (Laura Tropeano), Giuda (Andrea De Ruggiero), Pietro (Sabino Balestrieri), Matteo (Francesco De Selli) San Giovanni (Lello Labate).
A fare da cornice alla struggente interpretazione di Gesù vi sono gli attori del Clan H, oltre ai molti figuranti del popolo e non ultimo lo scenario suggestivo offerto dalla Basilica Paleocristiana di piazza Garibaldi dove venerdì 25 Marzo, alle ore 20, verrà inscenato l’arresto e il processo di Gesù, per poi proseguire con le cadute e la Crocifissione, che avranno luogo su Rampa San Pasquale, la collina dell’antica Abellinum che sovrasta piazza Umberto I.
In questi luoghi suggestivi, tra misticismo e religione, con la partecipazione di centinaia e centinaia di spettatori, si rappresenterà uno dei più grandi spettacoli di teatro all’aperto della Regione Campania.
«E’ una tradizione di oltre 150 anni – racconta il presidente della Pro Loco, Lello Labate –. Come associazione ringraziamo l’Amministrazione comunale, i Vigili del fuoco, i vigili urbani, la Protezione civile, la Misericordia, i soci della Pro Loco e tutti coloro che si sono impegnati per la buona riuscita della manifestazione. Un particolare elogio va due persone: il primo Pellegrino Giovino, l’ultimo incappucciato da cui abbiamo preso spunto 20 anni fa per il prosieguo della tradizione della passione e l’amico Vincenzo Cucciniello venuto a mancare qualche anno fa e che tanto si è speso per la manifestazione. Colgo l’occasione per invitare tutta la cittadinanza ad essere ancora una volta partecipe per vivere insieme un momento di fede e speranza».
come ogni anno è bella la via crucis