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Falò e Santa Manna, città in festa questo week-end in onore di San Sabino Vescovo. FOTO

Pubblicato in data: 4/2/2019 alle ore:13:02 • Categoria: Cultura

Falò e Santa Manna, Atripalda in festa venerdì 8 e sabato 9 febbraio in onore di San Sabino Vescovo, Patrono della cittadina del Sabato e di San Romolo Diacono.
Una due giorni di festeggiamenti per il Santo che in città viene celebrato ben due volte l’anno: il 9 febbraio, per ricordare la morte e il 16 settembre in memoria della traslazione delle ossa dall’altare maggiore della Collegiata di Sant’Ippolisto allo Specus Martyrum avvenuta nel lontanissimo 1612.
Ad organizzare l’appuntamento il Comitato festa presieduto da Carmine Pesca unitamente alla parrocchia di Sant’Ippolisto Martire guidata dal parroco Don Fabio Mauriello.
Si è partiti ieri pomeriggio con la messa celebrata da don Fabio in via Tufara, dinanzi la statua di San Sabino donata in segno di devozione dal medico Sabino Aquino.  Un momento intenso di preghiera e devozione verso il Santo, che ha visto la partecipazione di tanti fedeli e delle autorità cittadine, dedicato alle premature scomparse del direttore Elio Parziale e di Giuseppe Gambale (Foto).
Legate alla ricorrenza religiosa rivive l’antichissima tradizione dei falò. Quella dell’accensione dei focaroni, venerdì sera 8 febbraio, alle ore 19.30, nella piazza Umberto I acceso dal sindaco Geppino Spagnuolo dopo la benedizione di Don Fabio (falò allestito dall’Amministrazione e dai dipendenti comunali) e in ogni zone della città, è una tradizione secolare che si tramanda negli anni.
Sabato 9 febbraio, invece, alle ore 10,30, santa messa presieduta dal Vicario Generale, mons. Vincenzo De Stefano. A seguire, alle ore 11.30, solenne processione per le vie della città con le statue dei due Santi, San Sabino e San Romolo.
La sera, presso la chiesa madre di Sant’Ippolisto Martire, distribuzione ai fedeli della Santa Manna, altra antichissima tradizione. Il parroco segna la fronte dei fedeli con la Santa Manna, un liquido con poteri miracolosi che si dice, sia il sudore delle ossa di San Sabino.

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